Ieri ho parlato con un eminente rappresentante dell’Accademia della Crusca, per davvero, mica è una battuta. Si è dibattuto sull’adeguamento del linguaggio e la sua apertura a nuovi confini, un tempo impensabili.
Colleghi che si pavoneggiavano proponendo sostantivi che una volta, uh… mai!, ora di uso comune e universalmente accettati. Io praticamente muta, perchè l’unico sostantivo che mi è venuto in mente è stato “figa”, che un po’ mi imbarazza pure scriverlo qua.
Perchè l’organo femminile ha affiancato e sostituito quello maschile, che mi sa che oramai “cazzo” lo dica anche Sua Santità (tipo: kkkazzo, occi skarpe Prata strette! Forse Noi piti confi!)
Cazzata, cazzaro, cazzone, cazzeggiare, sono oramai sdoganati. Certo, non entrerebbero mai nel lessico di Monsignor Della Casa però sono usatissimi. Però la vagina tallona da vicino. Pensateci. “Che figo!”, “Che figata!”, “Fico!”, per non parlare dell’esclamazione che, partita dalle valli bresciano-bergamasche, si sta spargendo a macchia d’olio qui al nord: “Fiiiga!”, che non è un modo poco chic per apostrofare una bella donna, ma un intercalare, sta diventando l'”ecco”, l’ “ehh”, il Però, la pausa parlata di moltissime persone, e non pensate a pischelli, parlo di adulti nei contesti più insospettabili. Ma non ho avuto il coraggio di dirlo. Che poi avrei voluto spiegare che l’organo sessuale femminile, in senso stretto, oramai è identificato da tutti col mitico tubero, e una povera crista non può dire “Domenica vado alla sagra della patata a Portobuffolè” senza scatenare risatine e gomitate tra gli astanti, mentre invece uno che “Ieri sera ho fatto la mia prima lezione di spinnig. Fiiiga che fatica! Però che figata!” Non suscita manco un’alzata di sopracciglio.
E allora io, nell’impossibilità di esprimerimi senza poi venire garrotata, dal punto di vista professionale, ho tirato fuori “spread” e “bund”, oramai entrati nel linguaggio da bar, e che mi stanno altamente sulle balle perchè i tedeschi hanno una premier che è tutto fuorchè simpatica, e aggiungerei neppure figa.
Buon fine settimana a tutti.
Volgarmente vostra, -S-
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Minchia, gran bel post!
🙂
Eppure, nonostante l’argomento, l’analisi è, come sempre, di gran livello e la forma ovviamente splendida. 😀
Perché la Simo scrive proprio bene, nonostante le parole che è costretta a usare!!
Figa la cosa… e pensare che non ho mai usato caxxo (manco riesco a scriverlo) neppure se arrabbiato. Forse però si, un paio di volte ma nell’intercalare tutto toscano del ” e che caz..” ma come rafforzativo della sorpresa.